Tra le varianti di poker più apprezzate dai giocatori, accanto al Texas Hold’em, c’è sicuramente l’Omaha, che deriva proprio dall’Hold’em: le regole di base del gioco (puntate, showdown, conoscenza del valore delle mani, eccetera) sono le stesse della versione texana, ma giocare una partita a Omaha adottando la medesima strategia dell’Hold’em, potrebbe rivelarsi una mossa controproducente, come vedremo più sotto.
Il poker Omaha ha, a sua volta, diverse varianti, di cui il Pot-Limit Omaha è indubbiamente una delle tipologie più gradite e praticate per il dinamismo. Il Pot-Limit è una forma di poker in cui puntate e rilanci possono essere al massimo pari all’importo presente nel piatto; in caso di un rilancio, questo può essere pari all'importo nel piatto, più l’importo necessario per pareggiare la puntata precedente.
Nonostante la stessa parentela, esistono alcune differenze essenziali tra Hold’em e Omaha. Vediamo le principali:
Entriamo ora nel vivo del gioco e parliamo di strategia del poker Omaha, cercando di capire quali siano gli errori principali e come fare per evitare di sbagliare.
I rundown bassi hanno scarse possibilità di centrare progetti nut o mani completate forti: anche floppando una scala, difficilmente si avrà la miglior mano possibile al river. In caso di trips, l’avversario potrebbe averne uno più alto, mentre doppie coppie e colori bassi sono facilmente dominabili. Anche mani che comprendono coppie basse non portano di norma a buoni risultati: senza possibilità di progetti backdoor, esse vengono facilmente dominate dai range degli avversari, quando il board si accoppia o ci sono possibilità di scale o colori.
La posizione è molto importante nella strategia Omaha: è consigliabile non limpare con mani mediocri da early position o di chiamare three-bet da fuori posizione, perché si rischia seriamente di esporsi facilmente agli avversari.
L’Omaha è un gioco di piccoli vantaggi: una continua altalena in cui è essenziale fare le giuste valutazioni, in primis quella sul board, e tenere sotto controllo la size delle puntate; spesso, soprattutto agli inizi, si hanno dei grossi leak nel bet sizing e si punta il pot quando si hanno le migliori mani possibili, ma non è una buona strategia.
Giocare short-stack, cioè avere il più piccolo o uno dei più piccoli stack di chips al tavolo, è assai rischioso, perché diventa difficile proteggere l’equity della propria mano facendo foldare gli avversari, non potendo bluffare su più strade e spesso ritrovandosi pot committed con mani non così forti e facilmente dominate.
Questa è una panoramica dei principali errori da evitare a livello strategico nell’approccio all’Omaha: se siete appassionati, vi basta continuare a seguire la nostra sezione di news per scoprire altre curiosità su mondo del Poker.
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